Giovanni Pinosio

Un artista veneziano che utilizza il filo di ferro per creare spazi e oggetti unici

Collaborations

Pinosio, con le sue sculture in filo di ferro, incarna proprio questo: un artista responsabile della felicità dello spazio che arreda.

 

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“Lavorare col filo di ferro mi affascina per ciò che suscita in me: la riflessione, l’attesa, il silenzio, la relazione, l’intreccio ma soprattutto la musicalità di una linea che viene lavorata in modo armonico e continuo”

Arredare uno spazio significa immaginare. Immaginare di esserne parte con una forma, un materiale, una dimensione, un peso. Tutte queste caratteristiche assurgono, in men che non si dica, a testimoni della nostra immaginazione ed in quell’istante accettiamo di essere protagonisti di una invisibile geometria. A quella geometria doniamo poi un’anima, un gusto, un aspetto e spesso anche un odore.

 

Iniziamo a dialogare con i suoi contorni. In poche parole: ci sentiamo responsabili della sua felicità. Giovanni Pinosio, con le sue sculture in filo di ferro, incarna proprio questo: un artista responsabile della felicità dello spazio che arreda. Il suo atelier veneziano è un laboratorio sorprendente, in cui decine di corpi ed oggetti prendono vita ricamando l’aria attorno al visitatore e trasformando l’intera scena in una danza onirica di forme in dialogo.

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“La mia ricerca artistica scaturisce da un’urgenza profonda: tradurre in scultura le sensazioni che mi attraversano mentre canto; un viaggio introspettivo che mi ha condotto ad esplorare il concetto di voce in tutte le sue sfaccettature”

Classe 1991, Pinosio si è diplomato in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia.  Nel corso dei suoi studi ha approfondito il disegno anatomico, che poi ha reso tridimensionale applicandolo alla scultura e usando il filo di ferro. La scelta di questo materiale, forte e delicato al tempo stesso, ricade nella sua ottima funzione di connettore tra il disegno e la scultura e viceversa, permettendo all’artista di raffigurare corpi e oggetti la cui struttura interagisce con lo spazio che la circonda. Linee che sono “puro disegno nello spazio” dove è proprio il filo a creare il vuoto, che per l’artista rappresenta la “voce” dell’opera. Le creazioni di Pinosio sono dunque sculture vuote, che fungono da cassa di risonanza per un racconto narrato dalle forme stesse all’ambiente che le accoglie. 

 

Fedele al proprio immaginario ma elastico nel saperlo collimare alle esigenze del luogo che gli si chiede di “vestire”, Giovanni Pinosio utilizza la propria arte per progettare e creare spazi dal sapore unico: la sua ricerca artistica lo ha portato a popolarli non solo di corpi ma anche di oggetti e complementi d’arredo, come lampadari, specchi, orologi, sedie, quadri tridimensionali e soprammobili estremamente personalizzati. “Anatomizzare un oggetto” per Pinosio non significa limitarsi a descriverne la forma, ma bensì indagarne la storia e il valore emotivo. Per questo motivo, lo scultore reinterpreta spesso oggetti del suo passato, legati alla sua esperienza personale o che rimandano a un tempo vissuto nell’intimità.

 

Un design che crea empatia e mette in discussione l’osservatore grazie a forme e volumi mutevoli a seconda di dove li si osserva. Un gioco tridimensionale capace di ribaltare i parametri di ogni bravo arredatore e di sorprendere con la propria irriverente ma raffinata movenza.  Dal 2016 Giovanni Pinosio organizza, per associazioni e spazi culturali del suo territorio, workshop e lezioni di scultura in filo di ferro, per diffondere questa pratica artistica.

Giovanni Pinosio

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