Ogni gradino racconta un passo irrepetibile

Quando creiamo un oggetto, desideriamo affidargli una parte di noi. Come se l’idea che custodiamo con tanta segretezza, nel momento in cui prende la sua reale forma, dovesse una sorta di fedeltà, seppur minima, al nostro cuore di creatori.

Per maturare tuttavia una propria dignità, il nostro oggetto deve interagire con lo spazio, ma soprattutto con la società. Quante volte ci stupiamo ad interpretare parole e forme in modo diverso rispetto al loro significato o scopo d’inizio? Ebbene, quando la nostra mente compie questo gioco, l’ironia che ne viene prodotta diventa la vera “anima” del creare.

Un’anima elastica appunto, poiché si conforma alla infinita varietà di menti e situazioni, senza per forza avere l’arroganza di possederne nessuna. Un oggetto capace di sorprendere e che si lasci sorprendere a propria volta; ma quale elemento funzionale alla nostra vita può avvicinarsi tanto a questo sottile dialogo ideale?

Chiunque sia stato presso i laboratori di Azimut Design alle porte di Verona, percepisce immediatamente quanto questo marchio ami sperimentare l’interazione con gli altri, attraverso creazioni in resina combinata ai materiali più disparati. La forte attenzione all’identità dei singoli elementi lignei, che compongono i gradini, riflette il profondo desiderio dei designers di generare un senso di appartenenza quasi irresistibile verso chiunque provi a percorrere questa scala.

L’idea che ogni nostro passo sia speciale deriva dal fatto che ogni gradino innesca in noi una meraviglia diversa e trasforma il semplice percorso all’interno di un’abitazione in un universo dove tutto ci appare possibile, a partire dalle nostre più piccole scelte.

In foto troviamo il “battesimo d’arte” di questa nuova linea che, come una scala cromatica falsata, si rivela all’osservatore con i suoi diciotto gradini sospesi. 

Quasi desiderosa di allungare il cammino a chi la percorre, essa tradisce un certo desiderio di protagonismo grazie a sfumature materiche di elementi che un tempo erano impronte verdi di vita. Su questo meraviglioso palcoscenico, la danza delle profondità accompagna l’ascesa intervallata da impercettibili faretti circolari inseriti nella parete. 

Ancora una volta, Lago e Benedini danno vita ad uno scenario raffinato e al contempo vivo, capace di comprenderci e stimolarci a tal punto da rendere ogni nostro passo un incontro.